Ho pian piano allestito il mio acquario con molti cambiamenti nel corso del tempo, così da trovare la giusta disposizione degli ornamenti e delle piante, anche se è ancora in evoluzione. Il tutto è iniziato con la ricerca della vasca. Come in tutti i campi hobbistici il principiante parte per avere qualcosa volendo spendere poco, informandosi poco, per avere grossi problemi in futuro. In acquariologia purtroppo non si può correre questo rischio ed è importantissmo trovare sin da subito la persona che ti faccia capire tale ragionamento. Cosi io ho trovato il mio rivenditore, che mi chiese prima di fare l'acquisto, di ritornare più volte da lui, per poter parlare della gestione dell'acquario, del funzionamento dei vari accessori e di informarmi a fondo sulla specie che avrei ospitato nel mio acquario. Solo dopo avrei potuto scegliere la vasca, gli allestimenti e le piante.
Così ho iniziato a leggere articoli, a frequentare qualche forum per avere più notizie possibile, chiedere ai più esperti di me, leggere i problemi riscontrati da altri e poi la decisione.
Ho acquistato una vasca di dimensioni 100x45x50 dove inserire "scalari" e vegetazione vera. Così ho iniziato la mia avventura, commettendo, anche se mi ero informato molto, i primi errori da principiante;
La posizione dell'acquario dovrebbe essere lontano da ogni fonte di luce esterna, mentre io lo avevo posizionato vicino la porta d'ingresso di casa. Questo fece si che vi fosse una rapida e continua crescita di sottilissime alghe. Incontrai anche un'altro problema con il sistema di filtraggio poco funzionale. Questi due errori mi hanno portato a spostare l'acquario su una zona meno illuminata e ad utilizzare un filtro esterno.
Il mio Acquario - Primo layout con filtro interno;
Ora l'acquario cresce bene, le alghe sono quasi assenti, la vegetazione ha un bel colore verde e i pesci stanno molto meglio.
Altro errore da principiante è stato quello di non provvedere l'acquario di un impianto di somministrazione di Co2 (anidride carbonica) per una buona crescita delle piante. Le piante stentavano a crescere e quando erano al culmine dello sviluppo ingiallivano e alcune fogli marcivano. Questo proprio per la mancanza di Co2, necessaria al loro sostentamento. Capiti tutti gli errori e cercato di risolverli. Ora l'acquario si presenta così:
Il mio Acquario - Nuovo layout con filtro esterno, aeratore e impianto Co2;
Vediamo ora il funzionamento e la chimica di un acquario generico:
La Vasca
La vasca ha le dimensioni di 100x45x50, di circa 220 litri lordi. Il layout finale è quello presente in figura, semplice e soddisfacente i miei gusti. Molto importante per una vasca è di avere un adeguato scambio gassoso tra aria e acqua pr qesto è preferibile orientarsi su modelli che hanno un’altezza non superiore alla profondità, quindi con un rapporto superficie/volume favorevole.
Il fondo
In una vasca dedicata anche alle piante la composizione e struttura del fondo è di importanza assoluta. Questo deve avere i nutrienti fondamentali per le piante, li deve rilasciare più gradualmente e a lungo possibile e, inoltre, non deve consentire all’acqua di entrare in contatto con i nutrienti stessi. È altresì fondamentale che (come qualsiasi altro oggetto della vasca) non contenga tracce di calcare. Per accertare la presenza di carbonati e\o calcare basterà versare qualche goccia di Viakal o di qualsiasi altro acido (ad esempio l’acido muriatico utilizzato per le pulizie) sul materiale che vorremo mettere in vasca: se si forma un’effervescenza significa che c’è calcare e dunque non lo si potrà utilizzare. Ogni fondo che abbia la pretesa di vedere prosperare bene le nostre piante dovrà avere un'altezza minima di 6 cm. e massima di 12, secondo la consistenza. Un'altezza di 10 cm è ottimale. E ancora, il fondo non deve mai essere troppo compatto, perché potrebbero crearsi deleteri processi di putrefazione per assenza d’ossigeno.
L'acqua
Nella maggior parte dei casi l’acqua di rubinetto delle nostre abitazioni non può essere utilizzata per riempire il nostro acquario. Questo perché l’acqua dei nostri acquedotti ha caratteristiche chimico\fisiche non adatte a pesci e piante. la composizione dell'acqua potabile è immensamente varia ed incostante, anche se fornita dallo stesso acquedotto, ma in giorni diversi. In generale possiamo dire che nell'acqua potabile sono presenti sali e sostanze organiche di varia natura (anche se queste ultime sono, quasi sempre, nocive e si vorrebbe che fossero sempre assenti).
Le sostanze organiche presenti derivano, per la gran parte, dagli inquinamenti delle falde acquifere derivanti dall'uso, e dallo smaltimento, improprio dei prodotti in commercio in ogni campo: dai pesticidi usati in agricoltura per salvaguardare i raccolti, agli oli lubrificanti derivanti dall'industria automobilistica, che non vengono smaltiti secondo la legge ma semplicemente gettati nei tombini, ai detersivi immessi nelle lavatrici in quantità bibliche, con la falsa speranza che "più ne metto, più verrà pulito il bucato". Tolti questi, ed altri, inquinanti, quello che resta, come dicevamo, sono i sali inorganici più comuni: carbonati, solfati, nitrati, cloruri, fosfati ed altri, accompagnati dai relativi cationi: ferro, calcio, magnesio, rame eccetera. A tutto ciò vanno aggiunti i disinfettanti che vengono usati per rendere l'acqua batteriologicamente sicura per l'uso umano.
Oltretutto l'acqua potabile ha sempre una certa durezza, che può essere più o meno alta a seconda delle pozze o delle sorgenti da cui è prelevata.
Quindi, se i nostri pesci sono abituati a vivere in un'acqua di media durezza, possiamo usare la nostra acqua di rubinetto, ma solo dopo averla trattata convenientemente per allontanare il cloro o gli eventuali altri disinfettanti. Un errore abbastanza frequente è quello di voler allevare dei pesci in un'acqua che sia il più possibile simile a quella in cui vivono in natura, senza tenere conte che in realtà questi pesci ormai vivono da generazioni in acque che nulla hanno più a che vedere con quelle del loro biotopo originale. E' sempre meglio garantire ai nostri pesci un'acqua dai parametri chimico-fisici costanti, anche se differenti da quelli del loro biotopo, che stressarli con continue variazioni di pH, durezza ed altro nel convincimento di far loro del bene, portandoli a vivere in un'acqua di cui non hanno più nemmeno il ricordo.
E' altrettanto evidente che se abbiamo la sfortuna di abitare in una zona in cui l'acqua potabile che esce dai rubinetti di casa ha valori chimico-fisici inadeguati, dovremo ricorrere ai potenti mezzi della tecnologia per migliorarne la qualità.
La temperatura:
La temperatura dell'acqua di un acquario, non viene quasi mai presa nella giusta considerazione. Il fatto che la maggioranza dei pesci e delle piante che teniamo in vasca provenga da zone tropicali ci porta a supporre che questi vivano la totalità del loro tempo a temperature elevate e, quindi, sarà sufficiente mettere i termostati a 26-28°C e tutto andrà bene. Così non è. i fiumi tropicali, com'è noto, sono spesso sottoposti a piene e secche e le piante in essi contenute vivono differenti condizioni climatiche nell'arco dei dodici mesi annuali. Nelle nostre vasche, invece, le piene e le secche non si realizzano mai (per la precisione, le nostre vasche sono sempre nella situazione di piena). Quindi, per i nostri ospiti mancano le variabilità e i cicli stagionali tanto importanti in natura.
Le caratteristiche dell'acqua possono essere molto diverse secondo il tipo di terreno che attraversa.
Prendiamo per esempio l'acqua piovana, originariamente si tratta di un acqua abbastanza pura che, però, già attraversando l'aria comincia ad inquinarsi attirando ossigeno, azoto anidride carbonica ed altri gas presenti nell'aria. L'acqua finisce poi sul terreno ed attraversandolo viene a contatto con altre sostanze come: metalli pesanti, alcalino terrosi, ecc...per poi sgorgare in una sorgente, in un lago, in un fiume con caratteristiche completamente diverse da quelle di partenza.
Quindi le caratteristiche dell'acqua dipendono per buona parte dalle sostanze disciolte in essa.
Termoriscaldatore;
L'acqua da osmosi inversa (RO):
Questa acqua viene ottenuta attraverso un procedimento che si basa sul principio dell'osmosi; quando due soluzioni a concentrazione diversa sono separate da un mezzo semipermeabile, il solvente, in questo caso l'acqua, passa dalla soluzione più diluita a quella più concentrata fino a quando le due soluzioni raggiungono la stessa concentrazione. Per purificare l'acqua potabile si sfrutta questo processo con una differenza sostanziale: per convincere l'acqua a passare da una soluzione più concentrata (l'acqua potabile) a quella più diluita (l'acqua purificata) si sfrutta la pressione che è presente nell'impianto che porta l'acqua al rubinetto. In tal modo l'acqua viene spinta attraverso la membrana secondo un flusso che è opposto a quello che si avrebbe in assenza di pressione.
E' da notare che l'acqua, anche in questo caso trattata preventivamnte con carbone ed, in alcuni casi, con resine a scambio ionico, non è comunque pura al 100%, ma contiene ancora alcune tracce di sali (dall'1 al 5% dei sali iniziali) e di composti organici (meno dell'1%). Questa è comunque l'acqua che più si avvicina a quella bidistillata. Una buona acqua da osmosi inversa deve avere valori nulli di KH e GH, un basso valore di conduttività (minore di 5 mS) ed un pH acido, generalmente intorno a 6.5 (anche se in queste condizioni potrebbe anche essere imprevedibile).
Impianto di Osmosi inversa Ruwal;
Il pH:
Una delle grandezze principi in acquariologia. Dal pH e dalle sue interazioni con il kH dipende infatti tutto il sistema acquario.
L'acqua può essere acida, alcalina o neutra. Questo dipende dai sali o dai gas disciolti in essa.
Per rendere misurabile anche questo fenomeno, i chimici hanno vietato il valore pH. Tutta la gamma dei valori di acidità e alcalinità,dall'acido più forte fino alla base più corrosiva, è stata suddivisa in 14 unità: pH 0 indica l'acido più forte, pH 14 è il tasso di alcalinità più intensa, mentre pH 7 è il valore neutro.
La nostra acqua del rubinetto di regola si trova si trova su valori neutri, tra pH 6,8 e 7,4. E questo è anche il valore che di norma desideriamo ottenere in acquario e con cui i pesci d'acquario si sentono a loro agio. In natura qualsiasi acqua (sorgenti, mari, laghi, fiumi, mari, pozzi, ecc) è caratterizzata da un suo valore di ph. la determinazione del ph di un’acqua è influenzata dalla tipologia del terreno in cui l’acqua scorre o è contenuta; acque che scorrono in terreni dove vi è una forte componente di sostanze vegetali, data la tendenza di queste ultime a rilasciare acidi umici e tannici, avranno un ph acido.
Al contrario, in terreni caratterizzati dalla presenza rocce calcaree o grandi quantità di sali tenderanno ad avere un ph superiore a 7. l’acqua marina, data l’altissima presenza di sali di calcio e sodio, avrà un ph solitamente superiore a 8.
La maggioranza delle creature acquatiche vive in ambienti con ph compreso tra 5 e 9.per pesci e piante allevati in acquario il range di ph oscilla da 6,5 e 7,5; ovviamente nel caso degli acquari marini questo sarà uguale o superiore a 8. La durezza carbonatica indica, come già detto, la quantità di sali presenti in acqua; questi sali fungono da “tamponi” del pH e impediscono che questo subisca repentine variazioni.
Ecco perché acque con un basso kH sono suscettibili di rapidissimi cali di pH. Vogliamo far alzare il ph- Bene, aumentiamo il kH dell’acqua mettendo più acqua di rubinetto rispetto all’acqua distillata. Per abbassare il pH il discorso è un po’ più complesso; esistono diversi modi e ovviamente la prima cosa da fare sarà abbassare il kH della nostra vasca.
Poi potremo intervenire mettendo della torba nell’ultimo scomparto del filtro (la torba rilascia acidi umici che abbassano il pH) o aggiungendo CO2, ma ne parleremo in seguito. C’è anche da dire che la maggior parte delle piante sembra gradire un pH non troppo alto, in questa sede sarà nostra preoccupazione avere una vasca con pH di circa 6,8\7 e kH circa 6,5\7.
La CO2:
Il carbonio è l'elemento più importante per le piante, in quanto consente loro di costruire i tessuti di sostegno (la cellulosa è, fondamentalmente, uno scheletro di carbonio), le riserve di energia (amido, che è un polimero del glucosio, uno zucchero) e di disporre, mediante la fotosintesi, secondo la seguente formula un pò semplificata:
Anidride carbonica (CO2) + Luce + Acqua (H2O) = Zuccheri (Energia) + Ossigeno (O2)
di quell'energia chimica che permette di produrre enzimi, proteine e quant'altro serva per il loro metabolismo. Nell'acqua dei nostri acquari, però, se ne trova sempre troppo poca. Quindi, se davvero vogliamo piante sane e rigogliose, dobbiamo trovare il modo di somministrare loro, in qualche modo, il carbonio che serve. Un ultimo impiego della CO2 in acquario è, più che altro, di carattere chimico: contribuisce a stabilizzare il KH e il pH a valori inferiori a 7, difficilmente raggiungibili con altri metodi, che siano, al contempo, compatibili con la coltivazione delle piante (come, ad esempio, la filtrazione su torba) e duraturi (come gli additivi per abbassare il pH).
Se le piante vengono a trovarsi in un ambiente più ricco di CO2 del normale, rispondono accelerando, e di molto, il processo fotosintetico. Al contrario, se la CO2 scarseggia, le piante rispondono o recuperando il carbonio che serve dai bicarbonati, o rallentando, fino a fermare, la fotosintesi. In realtà, dato che un minimo scambio gassoso tra aria e acqua esiste sempre, il processo fotosintetico delle piante in acqua non si arresta mai. La conseguenza di ciò è che le piante crescono meno e restano più piccole. Ma crescono sempre, dato che il carbonio è indispensabile.
Ovviamente, il fabbisogno di CO2 non è uguale per tutte le piante; vi sono piante a crescita lenta che si accontentano della CO2 che si scioglie naturalmente nell'acqua e altre, invece, molto più rapide che senza una somministrazione esterna aggiuntiva deperiscono. Quindi, da questo si può capire che un acquario può funzionare benissimo senza alcuna somministrazione esterna di CO2, a patto che ci si accontenti di avere piante che non si sviluppino in maniera abbondante e che non siano troppo esigenti, o che abbiano la capacità di scindere i bicarbonati, come abbiamo visto.
La richiesta di CO2 da parte delle piante aumenta in seguito all’introduzione di un nuovo neon in acquario; la maggior quantità di luce aumenta il metabolismo e l’attività fotosintetico della pianta che, per crescere, avrà bisogno di quantità di CO2 maggiori.
La CO2 può essere somministrata sempre allo stato gassoso, ma con diverse tecniche.
La più pratica, anche se più costosa in termini strettamente economici, è l'impiego di sistemi a bombola ricaricabile, dotati di manometri di riduzione della pressione e di opportuni diffusori in acqua. Un sistema analogo, anche se decisamente più economico, prevede l'uso di bombole non ricaricabili, da sostituire una volta esaurite.
E' anche possibile costruirsi un sistema di produzione di CO2 sfruttando la fermentazione alcolica con lievito e zucchero (vedi nella parte dedicata al “fai da te”); l'inconveniente di questo sistema è la sua impossibilità di regolazione, che lo rende adatto solo per vasche che abbiamo un volume d'acqua superiore ai 50 litri (per volumi inferiori, sono possibili sbalzi di pH nelle prime fasi della fermentazione che potrebbero produrre effetti devastanti in vasca). un altro punto importante per l'assunzione di anidride carbonica da parte delle piante: il cosiddetto vantaggio aereo. In pratica, se una pianta riesce a mettere una foglia fuori dall'acqua, ha immediatamente accesso al più grande serbatoio di CO2 del mondo: l'atmosfera.
Quindi, ogni pianta che riuscisse a "bucare" la superficie dell'acqua potrebbe rifornirsi senza più problemi di anidride carbonica. Ecco, perché, le piante galleggianti crescono così rapidamente e senza troppi problemi di fertilizzazione con CO2.
Impianto di diffusione CO2 Askoll;
Il filtraggio
Il filtro è il semplicemente il cuore dell’acquario. La sua funzione principale è filtrare continuamente l’acqua della vasca purificandola da tutte le particelle macroscopiche e dalle sostanze dannose per l’ecosistema.
Le sostanze più pericolose sono l’ammoniaca, i nitriti e i nitrati, prodotti di scarto del metabolismo dei pesci e dalla decomposizione di materiale organico all’interno della vasca.
L’accumulo di queste scorie può condurre rapidamente alla morte di tutti i pesci per asfissia: l’azoto (N) presente in questi composti si lega all’emoglobina del sangue impossibilitando dunque l’ossigenazione dei tessuti. La trasformazione in sostanze non tossiche avviene grazie ai batteri Nitrosomonas, che trasformano l’ammoniaca (NH3) in nitriti (NO2), e dei batteri Nitrobacter i quali a loro volta trasformano i nitriti in nitrati (NO3). Questi preziosi batteri trovano alloggio proprio nel filtro dove, grazie al continuo flusso d’acqua, possono svolgere la loro azione denitrificante. sono organismi unicellulari procarioti (il loro materiale genetico non è racchiuso da una membrana nucleare bensì è sparso in una specifica regione all'interno della cellula) e le loro dimensioni sono tali da non essere visti ad occhio nudo.
In un acquario i batteri si fissano ovunque: sui vetri, sulle foglie delle piante e sul materiale di fondo: in pratica su tutte le superfici. Essi sono troppo pochi perché riescano a svolgere le proprie funzioni di spazzini biologici, ed ecco allora la necessità di inserire nell'acquario un filtro, che offra al suo interno una superficie colonizzabile molto estesa.
Il filtraggio biologico operato dai batteri presenti nel filtro è importante per compiere le cosiddette decomposizione ossidante e fase riducente. Entrambi questi processi sono necessari per eliminare le sostanze di rifiuto come escrementi, resti di cibo e foglie morte.
Filtro esterno Pratiko 200 Askoll;
L'illuminazione
Nell’acquario la luce è necessaria per diversi motivi. Stimola l’attività dei pesci, fornisce alle piante l’energia necessaria per la fotosintesi clorofilliana, e infine consente al proprietario di vedere cosa succede nella vasca. È necessario fornire l’acquario di un’illuminazione propria, essendo quella ambientale insufficiente o eccessiva a secondo dell’orario e dell’esposizione, senza contare poi l’impossibilità, altrimenti, di osservare l’acquario nelle ore serali. Vediamo quali sono le soluzioni a disposizione dell’acquariofilo, con i loro pro e contro.
La vegetazione di un acquario d’acqua dolce condiziona notevolmente la scelta dell’illuminazione: vasche ricche di piante avranno certamente bisogno di un’illuminazione più intensa e mirata rispetto ad acquari con poche piante o che ne siano del tutto privi; ancora, una vegetazione in cui vi siano piante rosse o comunque particolarmente esigenti per la qualità e l’intensità della luce richiederà un parco lampade necessariamente più ricco di quello di un acquario con una flora acquatica composta da specie che per il loro sviluppo richiedono un’illuminazione normale o diffusa.
L’illuminazione con lampade al neon è la più comune e ci permette di ottenere già degli ottimi risultati senza dover spendere cifre eccessive. In commercio esistono lampade che coprono quasi tutte le lunghezze d'onda della luce; possiamo così trovare lampade che vivacizzano i colori, lampade che stimolano la crescita delle piante e lampade ai trifosfori che mantenendo lo stesso consumo hanno rese luminose altissime. Il sistema d’illuminazione è generalmente contenuto nel coperchio dell’acquario.
Questo, oltre a contenere le lampade e a limitare l’eccessiva evaporazione, impedisce che la povere (e ogni materiale estraneo) penetri nell’acquario.
Per riuscire ad isolare elettricamente i poli di alimentazione dei neon si trovano apposite cuffie di materiale plastico o siliconico, preferibili, che ci permettono di collegare le lampade al gruppo d'accensione.
Nel caso di una vasca aperta, come quella a cui si riferisce questo manuale, i tubi fluorescenti o le lampade a vapori metallici (HQL, HQI) possono essere appese direttamente al soffitto o installate in una plafoniera di dimensioni adeguate che sarà mantenuta ad una certa distanza dalla vasca tramite sostegni collocati sui vetri. A tal proposito rimandiamo alla sezione del “fai da te” dove è presente un progetto di plafoniera da autocostruire.
Spettri luminosi e temperature
Le lampade hanno emissioni diverse lungo lo spettro d'onda a seconda del modello, del tipo e della temperatura di colore: in altre parole, le componenti della luce bianca (principalmente componenti rosso, giallo e blu) si trovano con percentuali diverse, dando così una luce “finale" diversa. Le lampade danno una luce, alla fine, più o meno bianca; ma la composizione di questa luce è ben diversa da lampada a lampada.
La temperatura di colore (misurata in gradi Kelvin °K) è la responsabile della composizione della luce.
E' possibile notare che più è alta la temperatura di colore e più diventa preponderante la parte di luce dovuta alla componente blu; lampade ad altissima temperatura di colore (> 10000°K) sembrano addirittura blu.
Invece, più bassa la temperatura di colore e più alte le componenti del rosso e del giallo; per questo motivo la luce a basse temperature di colore tende al giallo. Le radiazioni rosse della luce favoriscono la crescita in lunghezza delle piante, le radiazioni blu quella in grossezza, ma entrambe devono essere nella giusta proporzione tra di loro affinché le piante possano crescere regolarmente, cosa normale in natura ma più difficile con la luce artificiale.Ogni produttore di lampade utilizza un codice che identifica la temperatura e la resa della lampada stessa. Per esempio, Osram 840, Philips TL/D 84 e GE 84 sono sigle identificative della stessa lampada: una lampada a 4000°K con una resa dei colori superiore all'80%. Infatti, la prima cifra di ogni sigla (8) rappresenta la resa dei colori (8 > 80%, 9 > 90%), le altre la temperatura di colore (27 = 2700, 4 o 40 = 4000, 5 o 50 = 5000, 6 o 65 = 6500, ecc.). Le lampade T5HO di Askoll sono la soluzione ideale che garantisce efficacia e risparmio; esse, infatti, assicurano un miglior mantenimento dell’efficienza luminosa nel tempo, sono ideali anche per acquari profondi, grazie alla maggiore penetrazione della loro luce, superiore dell’80% rispetto alle T8HO.
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Il mio Acquario - Askoll T5 HO Life-Glo 2; |
Il mio Acquario - Spettro di una Askoll T5 HO; |
Questo è quindi il funzionamento generico e semplificativo di un acquario in tutti i suoi componenti principali.
Io ho installato un impianto a doppia lampada modello T5 HO (High Output) con temperatura colore di 6700 K. Le lampade T5HO di Askoll sono la soluzione ideale che garantisce efficacia e risparmio; esse, infatti, assicurano un miglior mantenimento dell’efficienza luminosa nel tempo, sono ideali anche per acquari profondi, grazie alla maggiore penetrazione della loro luce, superiore dell’80% rispetto alle T8HO. Queste sono pilotate da un timer che le accende per circa 8 ore al giorno, dalle 12 alle 20, per poi spegnerle. Tramite una fotocellula quando si spengono le lampade vengono accesi due faretti a led per illuminare leggermente la vasca di notte, che si spegneranno al riaccendersi delle lampade.
Come sistema di filtraggio uso un filtro esterno Askol Pratiko 200 con cannolicchi porosi e spugne e un cestello di lana Perlon. L'impianto di Co2 è il soddisfacente Askol con diffusore ad ampolla, che rilascia l'anidride carbonica in minuscole bollicine filtrate da una pietra porosa per aumentarne l'efficienza e il discioglimento in acqua. Inoltre è presente una pompa di movimentazione dell'acqua superficiale per favorire gli scambi acqua/aria. questa pompa ha anche la funzione di aeratore, immette cioè ossigeno all'interno della vasca sottoforma di piccole bollicine.
La temperatura è fissata a 26,5 °C, mantenuta da un termoregolatore da 300W.
Come già accennato la vasca ospita principalmente scalari:
Il mio Acquario - Scalari Koi e Nero;
Il mio Acquario - Scalare Marmor;
Il mio Acquario - Scalare bianco/giallo - Sunset Blushing Veil;
Oltre agli scalari ci sono altri ospitiche animano l'aquario e che svolgono funzioni fondamentali per la vita stessa dell'acquario, quali principalmente la movimentazione del fondo che ne facilita la pulizia naturale e l'eliminazione di alcune alghe; essi sono:
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Il mio Acquario - Crossocheilus Siamensis; |
Il mio Acquario - Brachydanio Rerio; |
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Il mio Acquario - Gyrinocheilus Aymonieri; |
Il mio Acquario - Caridina Japonica; |
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Il mio Acquario - Neon; |
Il mio Acquario - Atyopsis Moluccensis; |
Oltre agli ospiti voluti, chi ha un acquario sa che spesso si avranno inquilini poco desiderati, che generalmente sono ripudiate degli acquariofili, considerate antiestetiche per un acquario e dannose per le piante. Il problema delle lumache è che trovandosi in un ambiente ideale, senza potenziali predatori, riescono a crescere e moltiplicarsi a dismisura e spesso se ne può perdere il controllo.
Vediamo chi sono: le lumache appartengono al phylum Mollusca. Sono creature dal corpo molle, che non hanno strutture portanti quali ossa o esoscheletro. I gusci delle lumache sono costituiti in gran parte da carbonato di calcio. Questo elemento chimico è noto agli acquariofili come la sostanza tampone che promuove la stabilità del pH. In conseguenza di ciò, le lumache tendono generalmente a preferire acqua più dura ed alcalina. Infatti, l'acqua acida tende a sciogliere le conchiglie ed a lasciare il suo occupante esposto all'attacco dei predatori, che può essere motivo di gioia o di orrore per l'allevatore dei pesci.
Ora, il problema lumachine è molto discusso tra comunità di acquariofili, ma la verità è che queste lumachine sono facilmente mantenibili sotto controllo. Se tenute in numero normale, contribuiscono all'equilibrio i quell'ecosistema di cui si parlava. Infatti, queste piccole lumachine si occupano principalmente tutta la giornata (e anche di notte) di fare da "spazzine" nel nostro acquario, mangiucchiando le alghette dai vetri, dalle piante e residui di cibo lasciati dai pesci. Danno una seria mano alla pulizia della nostra vasca. Naturalmente il problema sorge nel momento in cui trovano TROPPO cibo a disposizione.
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Il mio Acquario - Lumaca; |
Il mio Acquario - uova deposte su foglia; |
Consigli:
La crescita rapida delle lumache è spesso causata dalla sovra-alimentazione. In questi casi, l'unica ragione per cui le lumache si moltiplicano a dismisura è perché mangiano il mangime avanzato dai pesci. Osservate i vostri pesci quando date loro il cibo, se non mangiano tutto entro 3 o 4 minuti allora li state sovra-alimentando.
Nel caso si abbia la necessità di eliminarene qualcuna perchè cresciute a dismisura, il mio consiglio è quello di non riparare con prodotti chimici da introdurre in acquari con la funzione di lumachicidi, ma procedere nel seguente modo: inserire una foglia di lattuga in acqua calda per pochissimo tempo, e un attimo prima di spegnere le luci, legate intorno ad essa un filo di cotone e lasciatela cadere nella vasca. Affonderà al suolo ed alla mattina dovreste trovarla coperta di lumache. Rimuovete la lattuga, con tutte le lumache. Ripetete l'operazione fino a che le lumache non siano sotto controllo.
Spesso è opportuno un controllo delle piante acquistate prima dell'inserimento in vasca: se con le esse, comprate in negozio o avute dallo scambio con altri acquariofili, non volete portare in vasca ospiti sgraditi, vi consiglio di fare le seguenti operazioni: prima dell'introduzione delle piante nel vostro acquario, mettetele a mollo in acqua calda salata. Dopo dieci minuti rimuovete le piante e lavatele perfettamente. Questo dovrebbe uccidere o rimuovere tutti i gasteropodi indesiderabili. Inoltre rimuoverà parassiti potenzialmente nocivi, quali quelli che provocano la malattia dei puntini bianchi (Ichthyo).
Ora sto cercando di impiantare e far crescere un manto erboso sul fondo, tipo praticello, utilizzando delle foglie di "Utricularia Graminifolia". Non so quale sarà il risultato ma a breve, quando avrò i primi sviluppi decenti, posterò altre foto.